OMEGA SPEEDMASTER STORIA
Gli Omega Speedmaster sono una serie di cronografi da polso prodotti dalla Omega Watch Company; diversi modelli sono stati marchiati con il nome di ‘Speedmaster’ nel corso degli anni, il più famoso di questi nonchè quello prodotto per più tempo è lo Speedmaster Professional, un cronografo da polso con movimento a carica manuale che fu indossato durante il primo viaggio nello spazio, la missione Gemini 4, e che fu al polso del primo uomo sbarcato sulla luna durante la missione Apollo 11!
Lo Speedmaster Professional rimane ancora oggi uno dei pochissimi orologi certificati dalla NASA come idonei a compiere viaggi nello spazio nonchè l’unico orologio qualificato per la EVA.
Nonostante questo grande successo in campo spaziale lo Speedmaster non fu creato originariamente a questo scopo, infatti il primo modello introdotto era considerato un orologio per fare sport o un cronografo da gara automobilistica in modo da confermare l’Omega come marca ufficiale delle olimpiadi.
Il primo Speedmaster è stato introdotto dalla Omega nel 1957 con referenza CK 2915 e aveva al suo interno il famoso movimento calibro 321, creato nel 1946 da Albert Piguet, un maestro orologiaio della Lemania. Il nome ‘Speedmaster’ è stato coniato dalla Omega traendo ispirazione dalla scala tachimetrica presente sulla lunetta di questo modello ( una novità per questo marchio ) e dai nomi dei precedenti modelli Seamaster e Railmaster.
Lo Speedmaster ref. CK 2915 aveva il vetro plexi, una grafica semplice e aveva le lancette Broadarrow, nel 1959 questa referenza venna sostituita dalla CK 2998 che come novità aveva una ghiera nera in alluminio con scala tachimetrica e con lancette Alpha...nel 1963 poi venne inserito il modello ST 105.003 con lancette Baton e il ST 105.012 con una cassa asimmetrica mirata a proteggere i tasti del cronografo e la corona.
TEST DI QUALIFICAZIONE
Tre anni prima che lo Speedmaster si qualificasse ufficialmente come orologio in grado di viaggiare nello spazio Wally Schirra utilizzò il suo CK2998 a bordo della Mercury-Atlas nel 1962, e sempre nello stesso anno un gioielliere di Huston, Corrigan’s, comprò furtivamente una serie di cronografi commerciali al fine di valutare la possibilità di utilizzarli durante i programmi spaziali Apollo e Gemini.
Anche se James Ragan, un ingeniere della NASA che si occupava dei vari test per la missione Apollo ha sempre sminuito questa storia dicendo che è un’invenzione è ormai certo che molte delle marche che producevano cronografi meccanici in quel periodo ( Rolex, Omega, Breitling, ecc ) offrirono i loro orologi come candidati per quella missione.
Alla fine dei pre-test rimasero solo tre cronografi in gara, un Rolex, un Longines e un Omega...questi tre orologi vennero sottoposti alle seguenti condizioni estreme:
-Alte temperature: 48 ore a 71°C seguiti da 30 minuti a 93°C;
-Basse temperature: 4 ore a -18°C;
-Sbalzi di temperatura: 15 cicli di sbalzi di temperatura da 71°C a -18°C in un quarto d’ora;
-Umidità: 250 ore a temperature fra i 20°C e i 71°C con un’umidità del 95%;
-Ambiente ossigenato: 48 ore a 71°C con 0,35atm ed il 100% di ossigeno;
-Shock: Sei 4G shock da 11ms l’uno in sei differenti direzioni;
-Accelerazione lineare: da 1 a 7,25G in 333 secondi;
-Bassa pressione: 90 minuti a 10 alla -6 atm;
-Alta pressione: un’ora a 1,6atm;
-Vibrazioni: 3 cicli da 30 minuti di vibrazioni fra i 5 e i 2000Hz;
-Rumore acustico: 30 minuti a 130db fra i 40 e i 10,000Hz.
Tutti i cronografi candidati erano carica manuale ed il test venne vinto dall’Omega Speedmaster che riuscì a superare tutte le prove mantenendo un range di precisione di 5 secondi al giorno!
MISSIONE GEMINI
Gus Grissom e John Young indossarono il primo Omega Speedmaster ufficialmente qualificato durante la missione Gemini 3 il 23 marzo del 1965, qualche mese più tardi Ed White, durante Gemini 4, fu il primo americano a mettere piede nello spazio e aveva al polso ( all’esterno della manica sinistra della sua tuta spaziale G4C ) uno Speedmaster ref. 105.003; in entrambi i casi gli Omega in questione montavano un lungo cinturino in Velcro che rendeva possibile indossarlo sia all’esterno della tuta che all’interno.
Un aneddoto racconta che l’Omega scoprì che lo Speedmaster era l’orologio utilizzato dagli astronauti solo vedendo una foto della EVA, ma la presenza di un ordine presso di loro da parte della ‘NASA’s Gemini 4 Flight Support Procurement Office’ nel 1964 ci fa pensare che sia una trovata pubblicitaria; non a caso suddetta foto venne utilizzata dalla Omega molto spesso come materiale pubblicitario fra il 1965 e il 1967.
MISSIONE APOLLO
Nel 1966 l’Omega inserisce due nuove referenze di Speedmaster, la ref. 105.012 e la 145.012 e per rafforzare ulteriormente il legame con il mondo delle esplorazioni spaziali fa apparire sul quadrante la scritta ‘Professional’; questi due modelli sono quelli che vennero utilizzati dagli astronauti dell’Apollo e che furono al polso dei primi uomini sulla luna, gli originali ‘Moonwatches’...furono gli orologi che accompagnarono tutta la missione Apollo fino al raggiungimento della luna con l’Apollo 11 ma ironicamente sono conosciuti come Speedmaster ‘Pre-Moon’ e questo perchè sul loro fondello non appare ancora la scritta ‘The First and only watch worn on the moon’.
Nonostante il comandante dell’Apollo 11, Neil Armstrong, fu il primo uomo a mettere piede sulla luna, fu costretto a lasciare il suo Speedmaster ref. 105.012 sulla navicella in quanto il timer elettronico di bordo non funzionava più, perciò il primo orologio indossato sulla luna non fu il suo ma bensì quello di Buzz Aldrin che riguarda al discorso Speedmaster ha dichiarato in seguito:
“Indossare il proprio orologio era opzionale una volta sbarcati sulla luna ed obiettivamente ci sono ben poche cose più inutili di sapere che ore sono a Houston mentre sei lì, ma essendo un uomo che apprezza gli orologi ho deciso di mettermi il mio Speedmaster sopra la manica destre della tuta spaziale”.
Lo Speedmaster di Aldrin venne perso durante quando lo spedì allo Smithsonian Insitute e non si è ben sicuri di che referenza fosse esattamente anche se la maggior parte degli esperti pensa fosse un 145.012; resta di fatto che da quel momento lo Speedmaster fu l’orologio ufficiale di tutte le missioni Apollo compresa l’Apollo-Soyuz Test Project.
Nel 1970, a bordo dell’Apollo 13 Jack Swingert’s in seguito ad un guasto utilizzò il suo Speedmaster per calcolare precisamente il tempo necessario a ritarare il ‘Lunar Module’s Reaction Control System’ che fu indispensabile per riportare a casa sani e salvi i membri dello staf lì presente; in onore di questo l’Omega ricevette dagli astronauti dell’Apollo 13 il riconoscimento ‘Snoopy Aword’.
Nel 1971 durante la missione Apollo 15 il comandante David Scott’s si lamentò che il suo Speedmaster perse il suo vetro plexiglass e a causa di questo iniziò ad utilizzare un cronografo Waltham...da questo momento in poi per un pò di anni la NASA utilizzo cronografi di questa marca e cronografi Omega e quindi sicuramente lo Speedmaster è stato il primo orologio utilizzato nello spazio ma non l’unico come spesso si sente dire.
MODELLI SUCCESSIVI
Nel 1968 con l’introduzione del nuovo Speedmaster ref. 145.022 l’Omega sostituì il movimento calibro 321 con il nuovo calibro 861; quest’ultimo era molto simile al suo predecessore ma venne introdotta una modifica nel supporto della ruota a colonne e venne incrementata la frequenza da 18000 a 21600 vibrazioni all’ora; la maggior parte degli Speedmaster prodotti dal 1968 fino ad oggi montano meccanismi che sono varianti di questo calibro, inclusi gli ultimi calibri 1861 che hanno le platine rodiate e i calibri 863 e 1863 che sono semplicemente decorati esteticamente in quanto vengono montati in orologi con il fondello in vetro zaffiro.
Il design fondamentale di questo modello è rimasto praticamente invariato nel corso della sua storia, l’unica differenza è che il materiale fosforescente presente su indici e lancette e che originariamente era il trizio è stato sostituito negli anni ’90 da pigmenti non radioattivi; lo Speedmaster con queste sue specifiche è tuttora qualificato per missioni spaziali da quando la NASA lo ha rivalutato nel 1972 e anche per essere utilizzato a bordo degli space shuttle dal 1978; l’attuale modello di Speedmaster Professional è la referenza 3570.50
Nel corso della sua storia l’Omega ha prodotto varie edizioni limitate di Speedmaster per commemorare importanti anniversari ed eventi cambiando il look originario in modo da richiamare il motivo per cui era stato creato quello specifico modello; sono stati inoltre prodotti vari modelli in materiali preziosi per il mercato del lusso.
Negli anni l’Omega ha anche implementato le funzioni di base dello Speedmaster Professional creando modelli automatici, con giorno e data, al quarzo, con schermi LCD e altre varianti...uno dei più conosciuti è il Mark II con uno speciale vetro minerale piatto antiriflesso; nonostante queste varianti abbiano delle funzioni in più rispetto al basico Professional che ha un movimento a carica manuale nessuna di queste ha avuto anche solo lontanamente il successo del ‘Moonwatch’!